13 - Veduta di Napoli con Castel Sant'Elmo

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13 - Veduta di Napoli con Castel'Elmo

Veduta di Napoli con Castel Sant’Elmo
Penna, inchiostro, matita e acquerello grigio su fogli di carta trasferita su un supporto di tela azzurra, 382 x 551 mm
BNCR: Disegni 3, IV, 13

Questa veduta di Napoli, presa a mezza costa tra la Riviera di Chiaia e Castel Sant’Elmo, è rimasta allo stato grafico poiché, ad oggi, non conosco nessun dipinto che sia in stretta relazione con il disegno. Naturalmente è databile al breve soggiorno napoletano di Gaspar van Wittel, agli anni tra il 1699 e il 1702, quando il vedutista lavorava al servizio, pressoché esclusivo, di don Luis de la Cerda duca di Medinaceli e viceré di Napoli dal 1696 al 1702. Per questo grande committente, secondo soltanto ai principi Colonna per i quali il pittore aveva dipinto più di cento vedute (centosette ne sono segnate nel catalogo a stampa della collezione romana del 1783), Gaspar van Wittel portò a termine trentacinque dipinti, molti dei quali sono apparsi recentemente sul mercato internazionale. E’ probabile che anche questo disegno della Biblioteca Nazionale sia stato concepito per un dipinto, ancora oggi a noi sconosciuto, destinato al duca di Medinaceli. E’ interessante notare quanto lo stile grafico dell’artista sia cambiato nel giro di due o tre decenni. Se nei primi anni romani, quando disegnava piazza Navona o  il Campidoglio e l’Aracoeli, Gaspar van Wittel aveva un segno netto e preciso, prendeva appunti sui colori delle facciate e segnava i materiali usati nelle case romane, qui ormai, dopo venti o trenta anni di lavoro, l’uomo, l’artista è sicuro del fatto suo, conosce i luoghi, la luce e i materiali, non ha più bisogno di quella precisione, i suoi disegni sono veloci e il senso della sintesi ha preso il posto della descrizione minuziosa. Gaspar è diventato un pittore romano e tale è rimasto fino ai nostri giorni anche nella storia della critica, perfino nella catalogazione bibliotecaria della Biblioteca Hertziana è inserito tra gli artisti italiani. I musei olandesi lo conoscono appena, ma non lo ricordano.