09a - Tivoli

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09a - Tivoli

Tivoli, recto
Penna, inchiostro, acquerello grigio su fogli di carta quadrettata a matita, recto, 398 x 581 mm
BNCR: Disegni 3, IV, 9

Da questo disegno, preparato con la quadrettatura per essere tradotto ad olio o a tempera, è stato tratto un unico dipinto ad olio su tela commissionato all’artista, probabilmente, dal cardinal Annibale Albani, nipote del papa Clemente XI Albani (1700-1721), alla fine del secondo decennio del Settecento (Laura Laureati. Un cardinale e un pittore, Annibale Albani e Gaspar van Wittel: una “villeggiatura” urbinate e una raccolta di vedute. In: Papa Albani e le arti a Urbino e a Roma, 1700-1721. A cura di Giuseppe Cucco. Venezia: Marsilio, 2001, p.229; e Id. in: Gaspare Vanvitelli e le origini cit. p.156-157 n.43). Gaspar van Wittel, come scrive Lione Pascoli, lavorò per il cardinale che «lo volle […] condurre ad Urbino… ed egli vi condusse Luigi suo figlio che poteva avere allora 18 anni». Secondo le parole del biografo settecentesco questo sodalizio con il cardinal Albani avvenne intorno al 1718, quando appunto Luigi Vanvitelli aveva diciotto anni (era nato a Napoli nel 1700). Il vedutista olandese dipinse almeno ventiquattro vedute per il committente marchigiano, tante ne ricorda nel 1775 Michelangelo Dolci nel palazzo della famiglia ad Urbino.

E’ noto anche un disegno acquerellato della stessa veduta, finito e non preparatorio, all’incirca delle stesse dimensioni (410 x 555 mm.) dello studio della Biblioteca Nazionale, conservato a Chatsworth nella collezione del duca di Devonshire e acquistato, insieme ad altri undici, da Richard Boyle, 3rd Earl of Burlington, Lord Burlington (1694-1753), nel corso del suo viaggio a Roma tra il 1714 e il 1715 (Ludovica Trezzani in: Giuliano Briganti, Gaspar van Wittel, nuova ed. cit., p.327 n.D111).

La Veduta raffigura Tivoli con le cascatelle e la villa di Mecenate. In primo piano l’Aniene, le cascatelle, protagoniste della veduta, sovrastate dal grandioso insieme di rovine del santuario di Ercole Vincitore detto più comunemente villa di Mecenate. In alto la città di Tivoli, su cui svetta il campanile romanico e, sul fondo a destra, le mura e uno dei torrioni cilindrici della fortezza quattrocentesca costruita da Pio II Piccolomini dal quale prese il nome di Rocca Pia.

Numerose sono le vedute di Tivoli, prese da punti di vista diversi, dipinte da Gaspar van Wittel nel corso della sua lunga attività, ne conosciamo, tra edite e inedite, circa una trentina (Giuliano Briganti,  Gaspar van Wittel, nuova ed. cit., p.220-229 n.242-267).