De Gregori, Luigi

print this page
Realizzato nel
sec. XX

Ritratto

  • De Gregori, Luigi

Scheda

medaglione in terracotta

diam. cm 70

inv. 290108

Il medaglione è opera di Carlo Fontana (Carrara 1865 o 69 – Sarzana 1956), studente di scultura dal 1881 a Carrara, poi a Firenze e dal 1886 a Roma. Molto apprezzato dalla critica contemporanea, fu autore di ritratti di gusto impressionistico, gruppi ed opere di genere. Le sue realizzazioni più note sono il monumento funebre di Ugo Foscolo in Santa Croce a Firenze e, nel 1909 a Roma, la “Quadriga dell’Unità” per il monumento a Vittorio Emanuele II del Sacconi.

Vita e opere

Nato il 2 maggio 1874 a Roma, da Francesco e da Teresa Ghobert, si laureò in lettere alla Sapienza nel 1899 con la tesi Di Dioscuride e i suoi epigrammi, che venne pubblicata sugli Studi italiani di filologia classica (IX [1901], pp. 149-93). Collaborò in quegli anni con il Bessarione, manifestando uno spiccato interesse per gli studi bizantini, ai quali tuttavia - non appena abbracciata, sull'esempio dello zio Ignazio Giorgi, la professione di bibliotecario - fu costretto a rinunciare. Come sottobibliotecario lavorò per dieci anni presso la Biblioteca nazionale di Roma, il cui direttore D. Gnoli esercitò su di lui grande influenza soprattutto per la capacità di coltivare insieme interessi letterari e attenzione costante alle questioni organizzative emergenti dal quotidiano lavoro.

Dal 1913 al 1921 diresse la Biblioteca del ministero della Pubblica Istruzione; successivamente, fino al 1925, ebbe il compito di costituire quella dell'Istituto di archeologia e storia dell'arte. Negli stessi anni assunse anche altri incarichi: dal 1915 si occupò della Biblioteca romana Antonio Sarti, e dal 1920 riorganizzò quella della Casa di Dante. Gli venne affidata la custodia del patrimonio librario, sequestrato e trasportato a Castel Sant'Angelo, dell'Istituto archeologico germanico: in riconoscimento della capacità dimostrata in un compito così delicato, il D. ne fu nominato, nel 1925, socio corrispondente. Nel dicembre dello stesso anno divenne direttore della Casanatense, una delle più antiche e prestigiose biblioteche pubbliche romane, fondata agli inizi del XVIII secolo dai padri domenicani. Continuando l'opera avviata da I. Giorgi, che ne era stato a capo dal 1893 al 1923, compì ogni sforzo per rendere la biblioteca più efficiente e sicura: ampliò i depositi, allungò gli orari di consultazione, realizzò un moderno impianto di illuminazione e un locale blindato destinato alla conservazione dei manoscritti, fece eseguire numerosi interventi di restauro. Negli stessi anni, nella veste di soprintendente per l'Abruzzo e il Molise, aveva modo di constatare la desolante realtà delle biblioteche comunali e popolari. Ebbe anche occasione - nel corso di frequenti missioni di lavoro all'estero o in qualità di rappresentante dell'Associazione italiana delle biblioteche - di verificare l'arretratezza del sistema bibliotecario italiano rispetto alla modernità e all'efficienza raggiunta in altri paesi. L'assidua presenza ai congressi organizzati dalla International Library Association gli consentì di stringere rapporti di collaborazione con famosi bibliotecari stranieri, tra cui l'americano W. W. Bishop e lo svedese I. Collijn. Fu uno dei più attivi organizzatori del Congresso mondiale delle biblioteche che si tenne a Roma nel 1929.

La consapevolezza maturata lungo la sua attività sull'abbandono in cui versavano le biblioteche italiane, spinse il D. a intervenire pubblicamente sulla stampa, rivelando doti di abile polemista.

Lo stato di abbandono delle biblioteche, in Il Messaggero, 23 febbr. 1926; A inchiesta finita. Salviamo le nostre biblioteche, in Corriere della sera, 16 apr. 1926; I guai della Biblioteca "Vittorio Emanuele". Intervista a D. Gnoli, in Il Messaggero, 18 apr. 1926; Ancora in difesa delle biblioteche d'Italia, in Corriere della sera, 17 ag. 1926; Le biblioteche, spesa improduttiva, ibid., 17 genn. 1928: sono alcuni dei suoi interventi sui maggiori quotidiani di Roma e di Milano. La campagna, condotta in prima persona, ma anche ispirando gli articoli di Ugo Ojetti sul Corriere della sera, mirava da un lato a risollevare dalla generale arretratezza le trentadue biblioteche dello Stato, e in particolare la Vittorio Emanuele, modernizzandole e accrescendone il patrimonio anche col ricorso a un contributo speciale che i cittadini - sull'esempio di quanto già avveniva all'estero - avrebbero dovuto pagare per quel servizio; dall'altro a diffondere l'idea di una biblioteca "nuova", che - superando il tradizionale e vieto concetto di biblioteca popolare - fosse realmente aperta a tutti, presente anche nei centri minori, moderna e ben fornita di testi divulgativi tecnici e scientifici. Un primo concreto risultato fu la creazione presso il ministero della Pubblica Istruzione di una Direzione generale delle Accademie e Biblioteche...

continua a leggere su DBI online

Sue opere in Casanatense

Consulta l'Opac e il catalogo Audiffredi digitalizzato online

Perché si trova in Casanatense

Luigi De Gregori fu direttore della Casanatense dal dicembre 1925 al 1936 e proiettò la sua vasta esperienza nella modernizzazione sia strutturale che biblioteconomica della biblioteca, proseguendo così l’opera dello zio Ignazio Giorgi. Nominato ispettore del ministero dell’istruzione nel 1936, gli venne affidato il compito di sovrintendere alla protezione del materiale librario particolarmente pregiato dai pericoli della guerra e molte furono le biblioteche che si giovarono del suo illuminato lavoro di tutela e di recupero.

Abita in

  • la direzione