Coppi, Antonio

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Realizzato nel
1889

Ritratto

  • Coppi, Antonio

Scheda

busto in gesso

cm 65x42x38
inv.  290092

Sul davanti: ANTONIO COPPI. AN. 1870

Il suo busto in gesso, eseguito dallo scultore Giovanni Biggi, era destinato ad essere successivamente replicato in marmo, ma l'opera non fu mai conclusa. In un carteggio dell'agosto 1889, infatti, tra il direttore Alvisi e l'artista (cfr. Arch. Cas., 1886-1893, fald. 33) quest'ultimo rivolge reiterate richieste affinchè gli venga corrisposta in pagamento la somma di £ 500, mentre l'Alvisi si dichiara disposto a versarne soltanto 100!

Vita e opere

Nacque ad Andezeno (Torino) il 22 apr. 1783 da Vittorio e Maria Cocchis. I genitori, "di civile condizione e di limitate fortune" (Roncalli, Necrologia, p. 31, gli fecero dare la prima istruzione nel paese natio e nel vicino villaggio di Riva; successivamente lo mandarono a studiare retorica e filosofia nel collegio di Chieri. Avendo deciso di dedicarsi alla vita ecclesiastica, il Coppi entrò (1799) nel seminario di Torino; rioccupato, però, il Piemonte dai Francesi fu costretto (1800) a far ritorno a casa. Ne approfittò per dedicarsi con passione alla lettura dei libri appartenuti a un prozio matemo, Carlo Borio (morto nel 1790), ex gesuita, costretto dopo la soppressione della Compagnia (1773) a ritirarsi nel suo paese d'origine. In particolare rimase colpito dagli Annali d'Italia del Muratori e dall'opera di Carlo Denina, Delle rivoluzioni d'Italia. In più, a contatto con libri ed altre memorie riguardanti la Compagnia di Gesù, manifestò ben presto il proposito di associarsi ad essa.

Venuto a Roma nel novembre del 1803, cercò di prendere contatti con il padre G. Angiolini, che curava presso la S. Sede gli interessi dei gesuiti, operanti ormai nella sola Russia, ma non vi riuscì. Decise allora di entrare in un sodalizio, chiamato della Fede di Gesù, che intendeva prendere il posto del soppresso Ordine gesuitico. Accoltovi, fu mandato nel dicembre di quello stesso anno a fare il noviziato a Spoleto. Ristabilita, però, poco dopo da Pio VII la Societas Iesu nel Regno di Napoli (1804), si congedò nel gennaio del 1805 dai religiosi della Fede di Gesù e si recò a Napoli per entrare tra i gesuiti, che però non lo accolsero a causa di un suo leggero difetto nel parlare, che lo rendeva poco adatto alla predicazione ed all'insegnamento. Tornatosene a Roma, si diede agli studi legali e prese la laurea in diritto civile e canonico nell'archiginnasio della Sapienza. Frequentò per qualche tempo il foro romano, ma poi se ne allontanò. Nel 1811 fu presentato dal suo amico e conterraneo, l'avvocato Travostini, a monsignor Maria Nicolai, ch'era allora alla ricerca di un giovane disposto a collaborare con lui nella raccolta di memorie e documenti necessari per la stesura della progettata Storia de' luoghi una volta abitati nell'Agro Romano. Il Coppi fece un'ottima impressione al dotto prelato e fu incaricato senz'altro di quel lavoro...

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Sue opere in Casanatense

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Perché si trova in Casanatense

Coppi dispose per testamento che tutti i suoi manoscritti e le sue collezioni giornalistiche passassero alla sua morte alla Biblioteca Casanatense; il che, almeno in parte, avvenne: costituiscono, infatti, a tutt'oggi un fondo omogeoneo "il fondo Coppi" (Ms 3023-3045, 4187, 4291, 4365). tra cui va segnalato un inedito Saggio di un lessico tacitiano, autografo (4291), Per varie curiose vicende, però, alcune sue opere manoscritte e parte del suo epistolario finirono anche in altre biblioteche romane.

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