Merletti a fuselli

Gli strumenti per la lavorazione a fuselli sono rimasti invariati nel tempo. La base di appoggio del lavoro è il cuscino (di forma cilindrica, rotonda o quadrata) che può essere talvolta ricoperto di tela scura o cerata.

I fuselli sono strumenti di legno o osso sui quali si arrotola il filo per la lavorazione; sono maneggiati a due a due e sono sempre di numero pari. Il loro numero è variabile a seconda del disegno più o meno elaborato da eseguire e dell’altezza della trina.

Se ne usavano fino a 1500 per volta.

Per eseguire il lavoro l’operaio utilizza un modello di cartoncino o pergamena, su cui è riportato ad inchiostro il disegno da realizzare; questo viene traforato, seguendo lo schema del disegno, con piccoli fori che servono anche di appoggio agli spilli. Il modello così preparato viene fissato alla parte superiore del cuscino e agli spilli, inseriti nei fori, sono attaccati i fili necessari all’esecuzione, ciascuno dei quali è avvolto ad un fusello, che, esercitando una certa tensione sui fili, assicura la regolarità del lavoro.

A questa tipologia di lavorazione appartengono i merletti di Valenciennes, Binches, Malines, Lille, Chantilly.

I merletti a pezzi separati hanno invece i motivi lavorati separatamente dal fondo, per cui possono essere eseguiti contemporaneamente da più lavoranti. A questa categoria appartengono le trine di Bruxelles, di Milano e di Honiton.

In Italia, nonostante fosse molto diffusa la caratteristica lavorazione ad ago, anche quella a fuselli riscosse grande successo e da essa trasse origine la passamaneria.

Milano

Il merletto di tipo Milano si diffuse alla fine del XVII secolo; si distingue per un disegno particolarmente libero e sinuoso i cui motivi decorativi sono lavorati separatamente e uniti in una fase finale. Alcuni merletti di Milano presentano grande affinità con la produzione fiamminga.

Genova

La città, già famosa per la passamaneria d’oro e d’argento, si affermò alla fine del XVII secolo per la lavorazione di un genere originale detto “rosoni di Genova”, punte rotondeggianti utilizzate come rifiniture di colli e maniche, di grande effetto decorativo. Nel XIX secolo la manifattura si estese ai centri della costa ligure dove si eseguivano non solo i lavori tipici ma anche imitazioni di merletti stranieri.

Abruzzo

Molto diffusa, e ancora oggi in uso, era la produzione dell'Aquila, Pescocostanzo, Gessopolena dove si eseguiva una  lavorazione di tipo popolare mantenutasi attraverso i secoli con i tipici motivi di animali, fiori e oggetti simbolici.