MUSICA NEI CHIOSTRI ESTENSI

Sulpitia Cesis & Raphaella Aleotti

09-10-2019_Musica nei Chiostri Estensi_5
09-10-2019_Musica nei Chiostri Estensi_5

Dettagli

Mercoledì 9 ottobre, ore 21
ore 20.30 introduzione al concerto con Graziella Martinelli Braglia e Candace Smith
SASSUOLO Chiesa di San Francesco

MUSICA NEI CHIOSTRI ESTENSI
Sulpitia Cesis & Raphaella Aleotti

NSEMBLE CAPPELLA ARTEMISIA
Elena Bertuzzi, Arianna Lanci, Floriana Fornelli,
Silvia Vajente, Candace Smith voci
Bruce Dickey cornetto, Elena Bianchi dulciana
Marianne Gubri arpa barocca, Miranda Aureli organo

Candace Smith direzione

Sancta et immaculata virginitas

RAPHAELLA ALEOTTI (1575-1640)
“Sancta et immaculata virginitas”, “Hodie nata est beata Maria”

SULPITIA CESIS (1577-1619)
“Maria Magdalena et altera Maria”
“Quest’è la bell’è santa vincitrice” per il giorno di S. Caterina

ANONIMO
“Madre non mi far monaca”
Canzone popolare anonima del ‘500

GIROLAMO FRESCOBALDI (1583-1643)
Partite sopra la Monicha
da Toccate e partite…libro primo, Roma 1615-16

Exaudi Deus

RAPHAELLA ALEOTTI
“Exaudi Deus”, “Exurgat Deus”

SULPITIA CESIS
“Peccò Signor”

Amica mea, columba mea

RAPHAELLA ALEOTTI (1575-dopo il 1640)
“Surge propera amica mea”
“Vidi speciosam sicut columbam”
“Ego flos campi”

Hodie gloriosus pater et prophetam

SULPITIA CESIS
“Hodie gloriosus Pater Agostinus”
“Puer qui natus est nobis hodie”
“Io son ferito sì” Per il giorno di San Francesco

GIOVANNI PIERLUIGI DA PALESTRINA (CA. 1525-1594)
“Io son ferito ahi lasso”
Passaggiato da Giovanni Battista Bovicelli, Regole, Passaggi di Musica..., Venezia 1594

Cantate Domino

SULPITIA CESIS
“Iubilate Deo”

RAPHAELLA ALEOTTI
Angelus ad pastores

SULPITIA CESIS (1577-dopo il 1619)
“Dulce nomen Iesu Christi”
“Cantate Domino”

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Nell’ombra dei palazzi estensi a Ferrara si trova il monastero di San Vito. Uno dei più straordinari resoconti riguardanti la musica nei conventi riguarda lo spettacolare “Concerto Grande”: “Vedendole voi venire [...] al luogo, dov’è preparata una lunga tavola; sopra la quale da un capo si trova un clavacembalo grande, voi le vedreste entrare ad una, ad una, pian piano reccandosi con seco ciascuna il suo strumento [...] Ultimamente la Maestra del Concerto assidersi dall’altro capo di essa tavola, & con una lunga, & sottile, & ben polita verghetta à lei già davanti apparecchiata [...] Giungevano, se bene mi racordo, al numero di ventitre quelle, che entravano all hora nel gran Concerto loro. [...] S’udirno con tanta soavità, e dolcezza d’Harmonia, Cornetti, Tromboni, Violini, Viole bastarde, Arpe doppie, Lauti, Cornamuse, Flauti, Clavacembali, e voci in un tempo istesso, che propriamente ivi parea, che fosse il Monte di Parnaso, e’l Paradiso istesso aperto; & non cosa humana” (Bottrigari, Il desiderio, 1594, e Artusi, Delle imperfezioni della moderna musica, 1600).

La Direttrice di questo straordinario ensemble è Raphaella Aleotti (1575-1646?), prima monaca italiana ad aver mai pubblicato musica: le sue Sacræ cantiones per 5-10 voci del 1593. Nello stesso anno, apparve anche una raccolta intitolata Ghirlanda de madrigali a quatro voci, data alle stampe da tale Vittoria Aleotti, dato ormai generalmente accettato che coincidesse con Raphaella, usando dapprima il suo nome secolare, poi quello monastico. La dedica dei madrigali scritta dal padre Giovanni Battista Aleotti, architetto ducale alla corte estense, ci svela che tutte le cinque sorelle Aleotti avevano studiato musica privatamente sotto la guida di musicisti di professione, prima di varcare la soglia del convento. (Possiamo solo sperare che le fanciulle abbiano preso il velo volentieri, visto che la prassi del monachesimo forzato, sebbene fosse condannata dalla Chiesa, fu in realtà molto diffusa). È facile comprendere la rilevanza della musica per le monache; oltre al puro e semplice piacere che ne ricavavano, essa costituiva il collegamento col mondo esterno: l’alta qualità delle esecuzioni attirava stuoli di ascoltatori, e rappresentava in molte città italiane una delle attrazioni maggiori. Le autorità ecclesiastiche guardavano però severamente a simili profane «attrazioni turistiche» e cercavano di limitarne o persino bandirne l’uso.

Fra le altre restrizioni imposte, gli strumenti musicali diversi dall’organo venivano messi all’indice. Ma considerando che queste musiche sorprendentemente spesso comprendevano parti per voci di tenore e basso, è certo che le suore ricorrevano all’uso di strumenti musicali, nonostante i divieti. Nel 1598, la famiglia estense dovette cedere la città di Ferrara allo Stato Papale e trasferirsi a Modena e qui troviamo un’altra importante musicista: Sulpitia Cesis, monaca al monastero agostiniano di S. Geminiano e autrice di una raccolta di Motetti spirituali per 2-12 voci (1619). Nata a Modena il 15 maggio 1577, figlia del conte Annibale Cesis, prese i voti nel 1593. Pubblicò i suoi mottetti all’età di 42 anni. Giovan Battista Spaccini, nella sua Cronaca nel 1596 descrive una processione religiosa che faceva sosta al convento di San Geminiano. Le monache stavano a guardare da una finestra ferrata dov’era il corpo della loro musica con ogni sorta d’instromenti musicali, havendo Su[o]r Faustina Borghi mia cugina e figliuola del Sig. Geminiano, [....] giovane d’anni 22 virtuosissima in controponto, di suonare di cornetto et d’organo, [...] et anco suona di leuto eccellentemente Suor Sulpizia Figliuola dell’Ill.mo Signor Conte [Annibale] Cesis. Onde tornando al proposito nostro fecero concerto del motteto suo [...]”.

La raccolta della Cesis è dedicata a Suor Anna Maria Cesis, monaca al Santa Lucia in Selci a Roma, anche esso rinomato per la sua musica. Sulpitia scrive che ha voluto dedicare le sue composizioni a Anna Maria non solo a causa della presunta parentela, ma anche nella speranza che “con lo splendore & chiarezza del suo nome, venghino ad esser diffese dalle oscurità de detrattori, & anco ne venghino tall’hora ad esser essercitate ne’ Conventi di Monache, in lode del commun Signore”. Questa fonte musicale è importante non solo per l’eccellenza delle composizioni ma anche per le preziose informazioni che fornisce riguardo alla prassi esecutiva nei conventi. Notevole è il fatto che alcuni mottetti richiedono degli strumenti “proibiti” dalle autorità ecclesiastiche: tromboni e cornetti, violone and arciviolone. Queste parti recano anche delle lettere aggiunte a mano. Non è azzardato presumere che siano iniziali delle monache musiciste, consorelle della compositrice, che le avrebbero suonate.

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