DONNE SENZA MASCHERA

In collaborazione con Festivalfilosofia persona

14-09-2019_Donne senza maschera_3
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Sabato 14 settembre, ore 17
MODENA, Chiesa di San Bartolomeo

DONNE SENZA MASCHERA

VERA MILANI
soprano
MIKARI SHIBUKAWA
arpa doppia a tre ordini

In collaborazione con Festivalfilosofia persona

FRANCESCA CACCINI (1587-1640?)
“Lasciatemi qui solo”
Da Primo libro delle musiche a una e due voci, Firenze 1618

CLAUDIO MONTEVERDI (1567-1643)
Lamento di Arianna
Da L’Arianna, Mantova 1608

GIOVANNI MARIA TRABACI (1575 ca.-1647)
Consonanze Stravaganti
Da Il secondo libro de ricercate & altri varij capricci, Napoli 1615

FRANCESCA CACCINI
“Dov’io credea le mie speranze vere”
Primo libro delle musiche a una e due voci, Firenze 1618

BELLEROFONTE CASTALDI (1581ca.-1649)
Cecchina Corrente
Da Capricci a due stromenti cioè tiorba e tiorbino e per sonar solo varie sorti di balli e fantasticarie, Modena 1622

ORAZIO MICHI (1595-1641)
“Ninna nanna al bambin Gesù”
I-Rn Ms 2490 Roma

BELLEROFONTE CASTALDI
Laurina Corrente
Da Capricci […]


CLAUDIO MONTEVERDI
“Deh, nasconditi o virtù”
Da L’incoronazione di Poppea, Venezia 1642

CLAUDIO MONTEVERDI
“Disprezzata regina”
Da L’incoronazione di Poppea, Venezia 1642

MONACA ISABELLA LEONARDA (1620- 704)
Sonata duodecima a Violino solo
Da Le Sonate A 1.2.3 e 4 Istromenti opera Decima Sesta, Bologna 1693

BARBARA STROZZI (1619-1677)
Giusta Negativa
Da Cantate, ariette e duetti, op.2, Venezia 1651

L’Eraclito amoroso
Da Cantate, ariette e duetti, op 2, Venezia 1651

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Il modello del lamento e in generale della figura femminile nella musica vocale da camera e per teatro del Seicento è da ricercare nel “Lamento di Arianna” di Monteverdi, unico frammento rimasto dell’opera L’Arianna. La principessa cretese si innamora del principe di Atene Teseo e gli è complice nell’uccisione del Minotauro, suo fratello. Insieme fuggono verso Atene ma durante una sosta all’isola di Nasso, mentre giace addormentata, Teseo riparte abbandonandola sull’isola. Nel lamento di Monteverdi Arianna canta la sua disperazione per l’abbandono alternando sezioni nelle quali si avvicendano affetti violentemente contrastanti. La miscela di queste passioni fornisce il materiale letterario e compositivo dei lamenti successivi. Il personaggio femminile spesso si pente ed è proprio questa instabilità emotiva, contradditoria e articolata a renderlo interessante scenicamente poiché naturalmente vero nell’esternare le proprie passioni. Analogamente accade al personaggio di Ottavia, ne L’Incoronazione di Poppea, legittima consorte di Nerone, imperatore romano, il quale la vuole ripudiare per sposare l’amante Poppea.

L’opera si prefigge di mostrare la forza dell’Amore che nel prologo sostiene di poter comandare sia la Virtù che la Fortuna (tutti e tre concetti personificati) e di poter regolare a suo piacimento le vicende politiche del mondo. Ottavia è afflitta dal tradimento del marito, reagisce con sdegno ma poi torna a rappacificarsi; arrabbiata arriva addirittura ad accusare Giove d’ingiustizia, ma subito se ne pente e sopprime il suo tormento. Nel programma troviamo anche la figura della Vergine Maria espressa musicalmente da Orazio Michi attraverso le dolci note di una ninna nanna al Bambin Gesù, in netto contrasto con il testo attraverso il quale la madre racconta le atrocità della passione di Cristo. Ancora una volta emerge la discrepante molteplicità degli affetti. Le due arie di Francesca Caccini sembrano invece commentare la fragilità di Arianna grazie alle citazioni poetiche comuni “Lasciatemi morire” e “Così va chi tropp’ama e troppo crede” che troviamo rispettivamente all’inizio e alla fine nel lamento, così come le due arie di Barbara Strozzi sottolineano la tematica del tradimento e della perdita dell’amato.

Quella del genere femminile ha una lunga storia di continue penalizzazioni e sistemiche estromissioni in ambito musicale e più esattamente compositivo. Eppure le donne e la composizione vantano un lungo elenco di nomi illustri, tra cui appunto Francesca Caccini, figlia del più celebre Giulio, la quale, oltre a distinguersi come cantante, scrive poesie, conosce le lingue straniere e suona il liuto, clarinetto e clavicembalo. Fu la prima compositrice donna della storia a scrivere un’opera e ad eseguirla (La liberazione di Ruggero). E ancora troviamo i nomi di Isabella Leonarda, monaca e compositrice raffinata, la prima donna ad aver pubblicato sonate per strumenti e di Barbara Strozzi, anch’essa musicista poliedrica, la quale rivela una particolare sensibilità al suono declamato del testo cantato. Tutte donne che, nonostante le costrizioni sociali e culturali del loro tempo, seppero dare alla musica un importante contributo, oggi, fortunatamente e meritatamente riportato alla luce.

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