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Domenica 17 novembre, ore 17
MODENA Teatro San Carlo
MUSICA PER FRANCESCO II D’ESTE
(Modena, 1660 - Sassuolo, 1694)
SOFIA PEZZI
soprano
ETTORE AGATI
controtenore
MODENA BAROCCA
Antonio De Sarlo violino primo
Beatrice Scaldini, Linda Priebbenow violini
Marco Anginella violoncello e violone
Federico Lanzellotti organo e ricerca musicologica
Giovanni Paganelli clavicembalo e direzione
GIUSEPPE COLOMBI (1635-1694)
Ciaccona
(ms. I-Moe Mus. E. 350)
GIOVANNI BATTISTA VITALI (1632-1692)
Suonata prima a violino solo
Suonata seconda a violino solo
Da Artificii musicali, opera decima terza
(Modena, Cassiani, 1689, esemplare I-MOe Mus. D. 530)
«Coronata d’applausi di Francesco il natale» per soprano, tre violini e B. C. Cantata per l’accademia sopra la nascita di Sua Altezza Serenissima
(ms. I-MOe Mus. E. 1261, n. 1)
GIUSEPPE COLOMBI (1635-1694)
Realizzazione, Giorgio Pacchioni
La Modena
La ciaccona di Modena
Ballo del Fiore e sua corrente
Bergiera di Modena
Brando di Modena
Corrente di Modena
(ms. I-Moe Mus. G. 56)
«Di Lidia al sen vezzoso» Cantata per soprano
(ms. I-MOe Mus. E. 281, n. 7)
GIOVANNI MARIA BONONCINI (1642-1678)
Giga La Cimicella
Sarabanda
Corrente La Buffalina
Da Arie, correnti, sarabande, gighe & allemande a violino e violone, over Spinetta,
con alcune intavolate per diverse accordature
(Bologna, Giacomo Monti, 1671, esemplare I-Bc X.112)
«Per non calcar di Roma» Cleopatra Moribonda, Cantata per soprano
Da Cantate per camera a voce sola, libro primo Op. 10
(Bologna, Giacomo Monti, 1677, esemplare I-MOe Mus. G. 20)
DOMENICO GABRIELLI (1659-1690)
Sonata a violoncello solo con il suo basso continuo
(ms. I-MOe Mus. F. 416, n. 2)
«Amor m’hai così avvinto» Cantata per soprano
Da Cantate a voce sola (Bologna, Pier Maria Monti, 1691, esemplare I-Bc Z.181)
GIOVANNI BONONCINI (1670-1747)
«Il nume d’amore» Duetto a canto e alto
Da Duetti da camera, opera ottava
(Bologna, Pier Maria Monti, 1691 esemplare I-Moe Mus. F. 100)
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Durante il ducato di Francesco II d’Este (1674-1694), la corte di Modena fu un crogiuolo musicale di straordinaria rilevanza. Posta al centro di una raffinata rete musicale, la città manteneva rapporti con i principali centri culturali della penisola e, attraverso saldi rapporti dinastici e diplomatici, si assicurò solidi interscambi con le maggiori corti europee. Questo circuito artistico arricchì musicalmente la città e consentì ad alcuni compositori nativi o legati alla corte estense di approdare nelle principali piazze europee. Grandi protagonisti di questo network musicale furono certamente i membri della famiglia Bononcini.
Noto come superbo contrappuntista, Giovanni Maria Bononcini (ca.1642-1678) si dimostrò perfettamente conscio delle potenzialità offerte dai nuovi generi strumentali e vocali. Dei suoi tre figli musicisti e compositori, tutti destinati ad affermarsi in varie piazze italiane ed europee, la maggior fama internazionale fu certamente raggiunta dal primogenito Giovanni Battista (1670-1747), che dedicò alla città natale i primi frutti di una vasta produzione. L’oratorio La Maddalena a’ piedi di Cristo (poesia di Lodovico Forni) fu scritto specificatamente per Modena nel 1690, nell’ambito delle celebrazioni musicali e devozionali di preparazione alla Pasqua. Domenico Gabrielli (1659-1690) giunse nella città ducale nel 1688, al termine di una carriera intensamente vissuta tra Bologna e le maggiori piazze teatrali dell’Italia settentrionale. L’interesse per le potenzialità del violoncello, strumento allora in fase di affermazione e del quale il compositore fu un insigne virtuoso presso la Cappella di S. Petronio in Bologna, lo portò alla creazione di composizioni di grande interesse. Autore drammatico di un certo rilievo, Gabrielli ha lasciato anche alcune pregevoli cantate che – come dimostrato dalla raccolta pubblicata postuma nel 1691 dallo stampatore Monti di Bologna – testimoniano una scrittura volta a enfatizzare il potenziale semantico, metrico e retorico del testo poetico. Saldamente legati alla corte di Francesco II furono invece Giuseppe Colombi (1634-1694) e Giovanni Battista Vitali (1632- 1692). Colombi ha avuto un ruolo centrale nella vita musicale della città e svolse attività di insegnante personale del duca, vicemaestro e maestro di cappella, compositore prolifico e versatile. Ha lasciato una notevole quantità di fonti musicali manoscritte, contenenti principalmente pezzi strumentali, oggetto oggi di complessi studi di attribuzionismo.
Insieme a diversi brani a basso solo, la Biblioteca Estense conserva tre cantate di Colombi, la cui scrittura spigolosa e arzigogolata ne riprende la ricerca strumentale. Bolognese di nascita, Vitali lavorò stabilmente a Modena dal 1674 e dedicò alla corte un’estesa produzione. Al centro della sua ricerca teorico-pratica e pedagogica trovano posto gli Artifici musicali, pubblicati nel 1689: un conciso gradus ad parnassum costituito da sessanta brani, utili all’apprendimento del contrappunto e alla scoperta dei sistemi, degli stili e delle forme musicali. Il Passagallo che principia per B molle, e finisce per Diesis, circolando attraverso cinque quinte, investiga le possibilità di modulazione e mostra un’esplorazione compositiva arguta e sprezzante. Le due suonate che chiudono la raccolta sono, invece, il frutto di una ricerca compositiva guidata dall’interesse verso una fine coesione tematica e stilistica
Accorto e prudente innovatore, Vitali si dedicò anche ai generi vocali. La Biblioteca Estense conserva un volume all’interno del quale sono rilegate sei accademie (cantate celebrative destinate a essere eseguite nell’ambito degli incontri accademici a corte). L’andamento spigliato ed elegante della linea vocale, la scelta di un organico e di una scrittura testuralmente densa, la presenza di motivi di danza e di bassi accattivanti fanno sì che, con la cantata «Coronata d’applausi di Francesco il natale» composta «per l’accademia sopra la nascita di S. A. S. [Francesco II]», Vitali si presenti come un ideale esponente della scuola emiliana. Vincenzo de Grandis (1631-1708) ricoprì la carica di maestro di cappella alla corte estense per il biennio 1682-1683, dopo aver lavorato a Roma ed essere stato al servizio del duca Johann Friedrich di Brunswick ad Hannover. Il matrimonio di Mosé è il secondo oratorio sopravvissuto di una serie di otto dedicati alla figura di Mosé, cui contribuirono oltre a de Grandis (con due oratori) anche G.P. Colonna, G.A. Perti, B. Pasquini, A. Gianettini e A. Melani. Autore dei testi per questo ambizioso progetto fu Giovanni Battista Giardini, maestro di camera del duca e garante del perfetto funzionamento della macchina organizzativa, a testimonianza della straordinaria mobilitazione dell’intera corte per la celebrazione musicale di Francesco II.
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