I VIOLINI DELLA REAL CAPPELLA

Musica alla corte di Napoli tra XVII e XVIII secolo

20-10-2019_I Violini della Real Cappella_5
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Détails

Domenica 20 ottobre, ore 17
FERRARA Ridotto del Teatro Comunale

I VIOLINI DELLA REAL CAPPELLA
Musica alla corte di Napoli tra XVII e XVIII secolo

LA COMPAGNIA DEI VIOLINI

Alessandro Ciccolini, Domenico Scicchitano, Davide Medas violini
Giulia Gillio Gianetta
violoncello


Dario Landi
tiorba


Francesco Baroni
clavicembalo

GIUSEPPE ANTONIO AVITRANO (1670 ca.-1756)
Sonata op. III n. 1 “L’Aurora”
Grave, Allegro, Adagio, Allegro

PIETRO MARCHITELLI (1643 ca.-1729)
Sonata seconda a tre violini e basso
Adagio, Presto, Adagio, Allegro

GIUSEPPE ANTONIO AVITRANO
Sonata op. III n. 11 “La Pacecco”
à tre violini e basso continuo
Largo, Allegro, Adagio, Allegro

Sonata op. III n. 2 “L’Aragona”
Largo, Allegro, Adagio, Presto

GIOVANNI CARLO CAILÒ (1655 ca.-1722)
Sonata a tre violini e organo
Largo assai, Allemanda, Allegro e non presto, Andante, Allegro

GIUSEPPE ANTONIO AVITRANO
Sonata Op. III n. 6 “La Carafa”
Largo, Allegro, Adagio, Allegro

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La Compagnia dei Violini presenta un programma dedicato ai virtuosi violinisti e compositori, che fecero parte dell’orchestra della Real Cappella nel Regno di Napoli all’inizio XVIII secolo. Figura centrale del programma è Giuseppe Antonio Avitrano. Nato nel 1670, entrò a far parte della Real Cappella nel 1690, rimanendone membro fino alla morte avvenuta nel 1756. Dopo aver pubblicato le sue prime opere, due serie di dieci sonate da chiesa op. I e II, dedicate a Marzio Carafa duca di Maddaloni (1650-1703), Avitrano dà alle stampe le sue Sonate a Quattro, tre violini col basso per l’organo op II nel 1713, sostenendo che: “conoscendo apertamente, la perfetta armonia consistere nella composizione di quattro parti, ho voluto far prova di me medesimo in facendo a tre Violini queste, per quel ch’io sappia, da altri del mio mestiere non tentata finora”.

Le 12 sonate sono dedicate ad altrettante famiglie nobili della Napoli di inizio XVIII secolo. Di Pietro Marchitelli, nato nel 1643 in provincia di Chieti a Villa Santa Maria non è nota la formazione iniziale ma si conosce l’anno in cui fu iscritto come allievo di Carlo De Vincentiis nel Conservatorio di Santa Maria di Loreto, il 1657. Valente violinista e didatta, occupò il ruolo di primo violino nelle istituzioni musicali napoletane più prestigiose: l’orchestra della Real Cappella e l’orchestra del teatro San Bartolomeo di Napoli, ai tempi in cui erano dirette da Alessandro Scarlatti con il quale ebbe rapporti di sincera amicizia. Molto stimato e apprezzato dai suoi contemporanei, morì in età avanzata e fu seppellito nella chiesa di San Nicola alla Carità in Napoli. La sonata seconda per tre violini appartiene ad una raccolta di 14 sonate conservate in parti staccate e in parte incomplete, appartenute al conservatorio di S.Onofrio e datate 1743, anno della copiatura o catalogazione, essendo stilisticamente composizioni più antiche. Giovanni Carlo Cailò (Roma 1659? -Napoli 1722) fu sicuramente una figura di cruciale importanza nell’ambiente musicale napoletano. Dopo una prestigiosa carriera svoltasi negli ambienti romani, Cailò si trasferì a Napoli nel 1684 al seguito di A.Scarlatti, per l’inaugurazione del teatro di S.Bartolomeo. Dopo l’ingaggio al teatro S.Bartolomeo, Caliò entrò a far parte della Cappella Reale e dal 1690 incominciò a servire anche la Cappella del Tesoro di S.Gennaro. La sua fama crebbe a tal punto che nel 1707, in un delicato momento di transizione politica, venne eletto Governatore della Congregazione dei Musici di Palazzo Reale. Nel 1686 accettò l’incarico di maestro strumenti ad arco nel Conservatorio di S.Maria di Loreto, e otto anni più tardi ottenne la carica di maestro violino al Conservatorio della Pietà dei Turchni. È sorprendente come di questa intensa ed estesa attività sembra sia rimasta appena un’esile traccia: soltanto due sonate, di cui eseguiremo la sonata a tre violini conservate presso la Staatsbibliothek di Berlino. Angelo Ragazzi, allievo di Cailò nel conservatorio di S. Maria di Loreto, nel 1704 fu accolto nell’organico della Cappella Reale di Napoli e tre anni dopo si trasferì a Barcellona, sempre come musicista della Cappella Reale. La svolta importante della sua vita avvenne nel 1713, quando venne chiamato a far parte, come violino solista, della Cappella Imperiale di Vienna, dove divenne ben presto musicista “di camera” di Carlo VI d’Asburgo. Nel 1722 rientrò a Napoli riprendendo a suonare nella Real Cappella, anche se ottenne un posto stabile solo dopo la morte di Pietro Marchitelli. L’avvento del Re Carlo di Borbone, nel 1734, lo convinse a tornare a Vienna presso la corte asburgica, dove morì all’età di 70 anni nel 1750, durante il regno di Francesco I. La sonata proposta è tratta dalla raccolta di Sonate a Quattro opera prima e si presenta come un’espressiva e delicata composizione in cui il tema gregoriano del Salve Regina si presenta come elemento cardine e fondamentale.

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