E COME FOCO T’ACENDI

Passione mistica tra Medioevo e Rinascimento. Caterina da Siena, Caterina da Bologna

21-09-2019_E Come Foco T'Acendi_6
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Détails

Sabato 21 settembre Montecorone
Chiesa di Santa Giustina ore 21

E COME FOCO T’ACENDI
Passione mistica tra Medioevo e Rinascimento Caterina da Siena, Caterina da Bologna

in collaborazione con Poesia Festival
Collaborazione per la scelta dei testi PAOLA BIGINI

VALENTINA SCUDERI voce
PAOLA VENTRELLA tiorba

LETTURE

SANTA CATERINA DA SIENA (1347-1380)
estratti dalle Lettere 273 e 373 a Frate Raimondo da Capua

SANTA CATERINA DA BOLOGNA (1413-1463)
estratti da I dodici giardini

BRANI MUSICALI

ANONIMO
Toccata
Toccata e Ciachone
da Intavolature di Chitarrone di G. Kapsberger, A. Piccinni, G. Viviani, MSS. Modena

BELLEROFONTE CASTALDI (1580-1649)
Sonate forestiere in habito tiorbesco n. 1
da Capricci a due stromenti, cioè tiorba e tiorbino per sonar solo varie sorti di balli e fantasticarie, Modena 1622

ROBERT DE VISÉE (c. 1655-1732/1733)
Chaconne
Manuscrit Vaudry de Saizenay

BELLEROFONTE CASTALDI
Sonate forestiere in habito tiorbesco n. 2
da Capricci a due stromenti [cit.]

ALESSANDRO PICCININI (1566-1638)
Battaglia
da Intavolature di Chitarrone [cit.]

BELLEROFONTE CASTALDI
Un bocconcino di fantasia
da Capricci a due stromenti [cit.]

GIOVANNI GIROLAMO KAPSBERGER (1580-1651)
Capona
Sarabanda
Da Libro quarto d’Intavolatura di Chitarrone, Roma 1640

GIOVANNI PITTONI (1635-1677)
Sonata I
Adaggio
Intavolatura di Tiorba opera seconda, Bologna 1669

NICOLAS HOTMAN (ca. 1610-1663)
Chaconne de Hotman
Manuscrit Vaudry [cit.]

GIOVANNI GIROLAMO KAPSBERGER
Canario
Da Libro quarto d’Intavolatura [cit.]

ALESSANDRO PICCININI
Ciaccona in partite variate
Da Intavolatura di liuto et di chitarrone libro primo, Bologna 1623

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Caterina da Siena e Caterina da Bologna rappresentano due modalità diverse di vivere il sentimento religioso. Entrambe consacrano la propria a vita a Cristo, ma mentre Caterina da Siena, che non è propriamente consacrata religiosa e formalmente è una laica, predica ed esorta il capo della chiesa affinché il cristianesimo divenga una realtà storica, Caterina da Bologna che vive in pieno Quattrocento, ha vissuto il periodo iniziale della propria vita religiosa in una comunità laica per abbracciare poi la regola di Santa Chiara. La laicità, quindi, viene vissuta non solo come non appartenenza al clero ma come concezione ed esperienza della divinità senza mediazioni. È una condizione particolare in cui l’umanizzarsi di Dio permette il divinizzarsi dell’uomo grazie al Figlio che si è fatto carne e che è morto sulla Croce e che diventerà l’elemento centrale della riflessione mistica di entrambe, seppur con caratteristiche profondamente diverse. Il sangue di Cristo, l’Innocente sacrificato ha cambiato l’uomo e il mondo; il sangue è il vero tesoro con cui Cristo ha riscattato l’intera umanità; il sangue e le ferite del Cristo sono onnipresenti negli scritti e nelle visioni di Caterina da Siena al punto tale che, leggendo i suoi testi, la nostra sensibilità ne resta profondamente turbata. Altro approccio ha invece Caterina da Bologna parte della cui produzione letteraria può essere considerata sia una guida spirituale che permetta di riconoscere e resistere alla tentazione del maligno, come nel trattato Le sette armi spirituali, sia una guida all’ascesi mistica come nell’opera I dodici giardini. Pur tenendo sempre presente il sacrificio di Cristo Caterina da Bologna riesce gradualmente a sublimarne il significato.

«La retorica [...] ora allieta l’animo, ora lo rattrista, poi lo incita all’ira, poi alla commiserazione, all’indignazione, alla vendetta, alle passioni violente e ad altri effetti; e ottenuto il turbamento emotivo, porta infine l’uditore destinato ad essere persuaso a ciò cui tende l’oratore. Allo stesso modo la musica, combinando variamente i periodi e i suoni, commuove l’animo con vario esito». (Athanasius Kircher, Musurgia universalis, Cap II, 1650)

Già gli antichi greci sostenevano il potere della musica nel suscitare e muovere emozioni dell’animo umano; tra ‘500 e ‘600 questo concetto si rafforza sfociando nella cosiddetta “teoria degli affetti”. Tale teoria, basata sul principio di una forte connessione esistente tra poesia e musica, sottolinea il potere di quest’ultima nell’enfatizzare e intensificare gli “affetti” o sentimenti presenti nel testo poetico, influendo dunque in maniera diretta sull’animo dell’uditore. Sulla base di questo principio, la scelta delle musiche proposte nello spettacolo intende porsi al servizio del testo recitato, per sostenerlo e allo stesso tempo impreziosirlo con gemme musicali del repertorio barocco italiano e francese.

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