MUSICA DEL CIELO E DELLA TERRA

Bach & Telemann

01-09-2019_Musica del Cielo e della Terra_6
01-09-2019_Musica del Cielo e della Terra_6

Details

Domenica 1 settembre
SEMELANO (Montese)
Chiesa dei Santi Pietro e Paolo ore 19.30

Dedicato a Mirco Caffagni

MUSICA DEL CIELO E DELLA TERRA
Bach & Telemann

CLAUDIA CAFFAGNI  voce

LIVIA CAFFAGNI  flauti

RICCARDO CASTAGNETTI  clavicembalo

JOHANN SEBASTIAN BACH (1685-1750)
“O Jesulein süß, o Jesulein mild!” BWV 493

GEORG PHILIPP TELEMANN (1681-1767)
Sonata III in Mi minore TWV 41
Grave, Vivace, Cunando, Vivace

JOHANN SEBASTIAN BACH
Sonata in Mi minore BWV 1034
Adagio ma non tanto, Allegro, Andante, Allegro
“Beschränkt, ihr Weisen dieser Welt” BWV 443
Concerto in Re minore, BWV 974
da Alessandro Marcello
Allegro, Adagio, Presto

“Nur mein Jesus ist mein Leben” BWV 490

GEORG PHILIPP TELEMANN
Sonata I in Si minore TWV 41: h3: I
Siciliana, Allegro, Dolce ma non adagio, Grave, Presto

JOHANN SEBASTIAN BACH
Sonata in Si minore BWV 1030
Andante, Largo e dolce, Presto, Allegro

---

Bach e Telemann sono due compositori con diversi punti in comune: quasi coetanei, si conobbero a Eisenach, dove il secondo farà da padrino a Carl Philipp Emanuel Bach, attenti agli stili e alle novità musicali europee. Tante sono anche le differenze, in primo luogo il successo in vita visto che Telemann divenne direttore generale della musica di Amburgo, la carica musicale più prestigiosa della Germania settentrionale, e dall’altra parte la capacità d’adattamento, grazie anche alla lunga vita di quest’ultimo, che gli permise di modificare il proprio stile musicale adottando quello galante fino a prefigurare quello strumentale della seconda metà del settecento.

Il concerto si apre con “O Jesulein süß, o Jesulein mild!” il primo dei tre Geistliches Lieder per voce e basso continuo in programma, insieme ai BWV 490 e 443. Queste brevi composizioni strofiche sono canti sacri che presentano una melodia semplice e lineare formata da brevi frasi. Le melodie, dello stesso tipo e con le medesime caratteristiche di quelle che Bach e altri compositori utilizzano per creare corali a più voci, presentano una linea di basso, abbastanza semplice nell’andamento, ma elaborata armonicamente con accordi anche complessi. Tra queste arie sacre, queste musiche del cielo, si snodano composizioni che hanno uno scopo più materiale. Le sonate di Telemann infatti fanno parte delle Sonate Metodiche, una raccolta di dodici composizioni scritte per violino o flauto e basso continuo e dedicate ai numerosi musicisti amatoriali di Amburgo. Nonostante i destinatari non siano professionisti, queste composizioni presentano una scrittura elaborata ed elegante, con movimenti rapidi di carattere giocoso e movimenti lenti cantabili e malinconici. Questi ultimi presentano un doppio pentagramma per la voce principale: uno con la melodia e un secondo con la medesima linea ma arricchita da elaborati abbellimenti nello stile italiano o francese così che l’esecutore possa suonare direttamente la linea arricchita se non in grado di improvvisarla com’era prassi. Questo, insieme alla terminologia descrittiva utilizzata per indicare i movimenti (il “Cunando”, ossia cullando, ne è un esempio), dimostra la cura che Telemann ha posto nella composizione di queste musiche affinché musicisti non professionisti potessero suonarle e interpretarle nel modo corretto. Vicino in alcuni passaggi allo stile di Telemann è la sonata in Si minore di Bach. In questa composizione c’è un allontanamento dalle convenzioni della sonata barocca, sfruttando la possibilità di costruire due linee indipendenti per il clavicembalo: una per la mano destra che dialoga a pari importanza col flauto, mentre la seconda per la sinistra con funzione di basso.

Il Presto è un’elaborata fuga a tre voci che sfocia nell’Allegro, scritto nella tipica forma della giga, la danza che tradizionalmente è posta in chiusura delle sonate. Sia Bach sia Telemann furono molto attenti agli stili di successo fuori dalla Germania: ne ascoltavano le esecuzioni, studiavano e trascrivevano le partiture per poi applicarne i principi nelle proprie musiche, il Concerto italiano di Bach è un mirabile esempio di questa pratica. La trascrizione del Concerto in Re minore di Alessandro Marcello, nonostante la testimonianza di Forkel, non fu fatta per studio o scopi didattici, ma deve la sua nascita alla richiesta del duca Wilhelm Ernst di Sassonia-Weimar di poter eseguire nella propria corte le musiche di grandi compositori italiani tra cui Alessandro e Benedetto Marcello e Vivaldi. La trascrizione di Bach è generalmente fedele all’originale andando a modificare dove necessario le altezze per rientrare nell’estensione del clavicembalo di corte, le scritture violinistiche per adattarle alle caratteristiche dello strumento a tasto arricchendo talvolta anche le armonie e le linee per sopperire alle carenze di varietà timbrica dello strumento.

Attachments

Pictures

01-09-2019_Musica del Cielo e della Terra_1
01-09-2019_Musica del Cielo e della Terra_2
01-09-2019_Musica del Cielo e della Terra_3
01-09-2019_Musica del Cielo e della Terra_4
01-09-2019_Musica del Cielo e della Terra_5
01-09-2019_Musica del Cielo e della Terra_6
01-09-2019_Musica del Cielo e della Terra_7

Related contents on Europeana

Relations