Details
Mercoledì 7 ottobre ore 21
VIGNOLA Rocca
LA CIRCE
Operetta a 3 di ALESSANDRO STRADELLA
Parole di Giovanni Filippo Apolloni
(“Se desìo curioso” Biblioteca Estens e Universitaria di Modena - Mus. F. 1151)
Ensemble Stradella Y-Project
CIRCE Mayan Rachel Goldenfeld soprano
ZEFIRO Federico Fiorio soprano
ALGIDO Yuri Miscante Guerra basso
Nina Przewozniak, Annarita Lorusso violino
Edoardo Blasetti, Francesco Olivero, Giulio Falzone tiorba
Maria Irene Caraba, Serena Seghettini viola da gamba
Amleto Matteucci contrabbasso
Lucia Adelaide Di Nicola clavicembalo e organo
Direzione ANDREA DE CARLO
---
LA CIRCE
L’operetta La Circe, scritta a soli 25 anni da Alessandro Stradella, è probabilmente una delle prime commissioni fatte al giovane musicista. Ne sono arrivate a noi due copie manoscritte completamente differenti nel libretto e nella musica, “Bei ruscelli cristallini” e “Se desio curioso”, entrambe conservate presso la Biblioteca Estense di Modena. Se sappiamo che la seconda fu commissionata dalla principessa Olimpia Aldobrandini in occasione di una festa svoltasi nella sua villa di Frascati il 16 maggio 1668 per celebrare il cardinalato di Leopoldo de’ Medici, della prima non ci sono notizie di un’esecuzione. Entrambi i libretti sono del poeta Giovanni Filippo Apolloni, ma la scrittura musicale è sorprendentemente diversa. In “Bei ruscelli cristallini” Stradella si mostra un degno rappresentante della scuola contrappuntistica romana nell’abile scrittura a tre voci dei molti terzetti, vera struttura di tutta l’opera. Ma allo stesso tempo ci trasporta in struggenti atmosfere post-romantiche, come nell’aria “Rimembranza che rimbomba”. “Se desio curioso” è più leggera e veloce, anche lei insieme moderna e contrappuntistica ma in modo diverso, con più arie a solo e un’ondosità ritmica degna di un jazzista. Ma in entrambe si sente già l’impronta profonda che hanno lasciato nel cuore di Stradella i suoni dei vicoli di Roma, le melodie popolari, la danza e gli affetti della lingua della città eterna.
SINOSSI
L’elogio di Apolloni si rappresenta su una bella fontana sui pendii frondosi del monte Parnaso: il fantasma della maga Circe emerge dai Campi Elisi ricordandoci di essere figlia di Apollo, ma mentre sta cercando la tomba di suo figlio Telegono, viene distratta da una luce brillante; il dio Algido, fiume di Frascati, spiega che questa luce è la presenza di un Medici. Circe continua a conversare con Zefiro echegginate e tutti e tre offrono elogi al nuovo cardinale; testimoni oculari alla festa hanno riferito che a questo punto ciascuno dei cantanti aveva presentato costosi regali al prestigioso ospite.























