Cosimo I De’ Medici (1519-1574)

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Cosimo de’ Medici nacque nel 1519 dal condottiero Giovanni dalle Bande Nere e di Maria Salviati, nipote di Lorenzo il Magnifico e discendente dal ramo secondario della famiglia Medici.

Trascorse buona parte della sua infanzia e dell'adolescenza nella Villa del Trebbio, situata nel Mugello e nella Villa di Castello, a quel tempo entrambe di proprietà paterna, godendo di una vita libera dedicata alle attività all'aria aperta, come la caccia, l'uccellagione, la lotta, il maneggio dei cavalli.

Cosimo sale al potere nel 1537, a soli 17 anni dopo l’assassinio del duca di Firenze Alessandro de’ Medici; vista la sua giovane età e le sue abitudini molti personaggi influenti della Firenze del tempo speravano di avere a che fare con un giovane facile da influenzare, ma Cosimo aveva ereditato lo spirito battagliero del padre e della nonna paterna Caterina Sforza e, appena investito del potere, esautorò i consiglieri ed assunse l'assoluta autorità. Il potere dei Medici divenne così saldo che da quel momento governarono Firenze e gran parte della Toscana attuale fino alla fine della dinastia, avvenuta con la morte senza eredi dell'ultimo granduca Medici, Gian Gastone, nel 1737.

Cosimo sposò nel 1539 Eleonora di Toledo (1522-1562), figlia del viceré spagnolo di Napoli. I due giovani si  incontrarono per la prima volta nella Villa di Poggio a Caiano e si sposarono con grandi fasti nella chiesa di San Lorenzo. Assieme a Cosimo Eleonora ebbe undici figli e morì nel 1562, all'età di soli quarant'anni, a causa della tubercolosi.

Cosimo I abdicò  nel 1574 a favore del figlio Francesco, ritirandosi definitivamente nella Villa di Castello.

Morì il 21 aprile 1574, a cinquantacinque anni, già gravemente menomato da un ictus che gli aveva limitato la mobilità e tolto la parola.

Ritratto di Cosimo I in armatura, 1519, Agnolo Bronzino, Firenze

Cosimo seppe sfruttare il ruolo anche politico dell'arte, promuovendo numerosi cantieri che cambiarono il volto di Firenze, dando al proprio governo l'immagine del potere saggio e illuminato, apportatore di prestigio economico e culturale in città. Tra le varie opere architettoniche da lui promosse si ricorda la Galleria degli Uffizi, originariamente destinati agli uffici amministrativi dello Stato e oggi uno dei più importanti musei del mondo.

La personale affezione per la Villa di Castello lo porta a trascorrervi parte del tempo libero dagli impegni cittadini; come riferito dal Vasari , Cosimo “uscito che egli fu ed’ travagli che ebbe il primo anno del suo principato […] cominciò a pigliarsi qualche spasso, e particolarmente a frequentare assai la villa di Castello”. In pochi anni la Villa e il Giardino di Castello vengono trasformati divenendo allegoria dell’affermazione del governo di Cosimo e delle sue espansioni territoriali.

La passione per la caccia di Cosimo diedero l’impulso, a partire dal 1566, alla costruzione della Villa di Cerreto Guidi. La villa venne realizzata secondo uno schema di impianto molto semplice ma ricco di valore simbolico quale presidio territoriale del nuovo potere fiorentino.