XV. Laudari e sacre rappresentazioni

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Fra XIII e XV secolo, con propaggini anche nei secoli successivi, un fervore religioso e creativo investe tutta l’Italia, soprattutto quella centrale, dando luogo a quello straordinario fenomeno devozionale costituito dalla diffusa e capillare produzione di laude e componimenti lirici destinati al canto delle confraternite religiose, spesso raccolti in volumi miscellanei variamente organizzati, i laudari. Questi libri, diversissimi fra loro sia dal punto di vista materiale sia nella strutturazione interna, vengono di fatto a costituire il contraltare religioso dei canzonieri della lirica profana (cfr. Le raccolte liriche nella sezione XIV. Lirica), allineandosi ad altre esperienze europee di raccolte sistematiche di poesia religiosa in volgare. I laudari sono rappresentati da alcuni esemplari significativi. Il percorso può iniziare con il Laudario dei Disciplinati di S. Croce in Urbino (141. BNCR, V. E. 849), un codice cartaceo della metà del XIV secolo contenente varie laude certamente attribuibili a Iacopone da Todi e molte laude certamente non sue, ma recanti la sua impronta stilistica. Altri due laudari antologici ci mostrano la varia provenienza, tipologia e composizione di questi manoscritti: per le antologie di Confraternita si veda il tardo trecentesco Laudario della Compagnia dei SS. Simone e Fiorenzo di Perugia (142. Vall. A 26), dedicato alla produzione laudistica dei Disciplinati, devoti che, durante le processioni o in altre occasioni, si flagellavano per penitenza. Il movimento dei Disciplinati ebbe grande successo a Perugia e in varie città dell’Umbria e del Lazio, fino a Roma, poi anche in Toscana e in Emilia. Nelle confraternite dei Disciplinati si componevano laude e, durante tutto il Trecento, si mettevano insieme raccolte per le più varie festività e occasioni. Dell’espansione della produzione laudistica nel XV secolo è testimone il laudario miscellaneo 140. BANLC, 43 A 25, che ci mostra la varia composizione libraria in cui le laude possono incasellarsi: nel caso specifico, un libro di formato molto piccolo, destinato più probabilmente alla lettura che al canto o alla recitazione.

 

Rappresentare

Il fenomeno laudistico, fin da Iacopone, è accompagnato da quello contiguo e affine della produzione teatrale: soprattutto rappresentazioni sulla passione di Cristo o le vite di santi (cfr. X. Agiografia e letteratura didattica), con finalità edificanti e intenzionalità volte alla com-passione. La produzione teatrale più antica, in particolare quella in lingua occitanica, è esemplificata dal Mistero di sant'Agnese (143. BAV, Chig. C V 151), un manoscritto databile alla prima metà del XIV secolo, fondamentale per lo studio del teatro medievale d’impronta agiografica, dotato di componimenti poetico-lirici importanti anche dal punto di vista delle melodie: si tratta infatti di testi che spesso riprendono melodie profane preesistenti (a partire dal primo trovatore, Guglielmo IX), volgendole “a lo divino”. 

Libri esposti: 140. Laude, con Jacopone da Todi; 141. Laudario urbinate; 142. Laudario di Perugia; 143. Mistero di sant'Agnese.