Grapaldo, De partibus aedium ... 1516

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GRAPALDO, Francesco MarioDe partibus aedium.[Parma], Angelo Ugoletti, [1494?].


Il De partibus aedium, di cui questa è la prima edizione, è una sorta di enciclopedia di carattere antiquario che, partendo da un’accurata descrizione di tutte le parti costitutive dell’abitazione, ne trae spunto per illustrare, sulla scorta dell’autorità dei classici ripetutamente citati, anche tutti gli oggetti ivi contenuti e le attività che vi si svolgono, non senza richiami all’attualità e all’esperienza personale. Considerato l’argomento, è ovvio che Vitruvio abbia una parte di rilievo, anche se un esplicito riferimento nel titolo comparirà solo nell’edizione postuma del 1516. Il volume è particolarmente prezioso perche sul recto della prima carta, compare la nota di possesso manoscritta e poi cancellata, dell'umanista padovano Giovanni Calfurnio, mentre sul verso è stata incollata l'etichetta di Ascanio Varese, abate di Verdara.

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Francisci Marii Grapaldi poetae laureati De partibus aedium addita modo, verborum explicatione, quae in eodem libro, continentur. Opus sane elegans, & eruditum, tum propter multiugam variarum rerum, lectionem cum propter M. Vitruuii & Cornelii Celsi, emaculatas diciones, quae apud ipsos vel mendosae, vel obscurae, videbantur.(Impressum Parmae: per accuratissimos impressores Octauianum Saladum & Franciscum Vgoletum ciues Parmenses : impensis Antonii Quintiani, die septimo Maii 1516).



Nella quarta edizione parmense, il frontespizio dell'opera si mostra ornato dal ritratto dell’autore incoronato dall’alloro poetico conferitogli da papa Giulio II nel 1512. Oltre all'Index verborum, va menzionata anche per il glossario di cui fu arricchita: strumento prezioso, esplicativo di una terminologia, spesso ostica, ricercata e di difficile comprensione, con particolare riferimento a Vitruvio; più di una decina di edizioni successive in Italia e in Europa fino al pieno Settecento, ne decretarono da qui in poi, il successo e l'importanza.

Si notano sul frontespizio dell'opera due note di possesso, una di Leonardo Carga con più sotto la cifra spesa per il volume [L 1. ss 16.] e l'altra di Giovan Battista Brugni ripetuta anche sul recto del foglio di guardia anteriore dove si trova una saggia massima manoscritta, forse di mano del primo proprietario:

Qui sanus est, non indiget / medico. sed qui male habet                        

chi sta male, non chi è sano, ha bisogno del medico

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