Vignola, Le due regole della prospettiua ... 1682

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Le due regole della prospettiua prattica di M. Iacomo Barozzi da Vignola, con i commentari del reuerendo padre maestro Egnatio Danti dell’ordine de’ predicatori mattematico dello Studio di Bologna.  In Bologna : per Gioseffo Longhi ( In Bologna : per Gioseffo Longhi 1682)

Sebbene assai meno conosciuta della famosissima Regola delli cinque ordini d’architettura apparsa a Roma nel 1562, quest’opera di Vignola sulla prospettiva pratica, pubblicata postuma, ebbe comunque una notevole fortuna.

Vignola vi condensò gli studi sulla prospettiva portati avanti per tutta la vita in un testo più volte perfezionato, ma ancora inedito al momento della morte (1573).

L’ultima versione del manoscritto venne così affidata dal figlio di Jacopo, Giacinto, al dotto domenicano Egnazio Danti, esperto matematico e cosmografo, celebre tra l’altro per aver sovrinteso su incarico del Papa all’esecuzione delle splendide carte geografiche d’Italia dipinte nella Galleria Vaticana.

Uscito a Roma nel 1583 il trattato di Vignola, accompagnato dall’ampio commento scientifico di Danti, si affermò subito come l’opera di riferimento in materia: numerose furono quindi le ristampe, nel 1611, 1635, 1644, 1682 (a quest’ultima appartiene l’esemplare in mostra) e così via.

Nel curare l’edizione, Danti vi antepose una biografia del Vignola “Architetto, e prospettivo eccellentissimo”, ove ricorda fra l’altro che “sì come egli fu il primo Architetto di quel tempo, così fu sepolto nella più eccellente fabbrica del mondo”, cioè nel Pantheon. 

Dopo una lunga introduzione di carattere scientifico sulla teoria della visione e sui fondamenti della prospettiva, dovuta quasi interamente a Danti, il trattato prosegue, sempre accompagnato dalle dotte “annotazioni” di Danti, con l’esposizione della “Prima regola della prospettiva” di Vignola, corrispondente alla “costruzione legittima” albertiana, e poi della sua “seconda regola”, cioè il metodo del punto di distanza, di più pratica applicazione soprattutto nella restituzione in prospettiva di elementi architettonici, quali loggiati e volte, o piedistalli, basi e capitelli di colonne. 

Il testo accoglie numerosissime silografie con i disegni geometrici di Danti e tre belle incisioni in rame, due delle quali desunte forse da disegni originali di Vignola (lo spaccato di un tempio circolare a cupola cinto da un colonnato e visto in prospettiva, l’immagine e l’uso di uno strumento di rilevazione), la terza illustrante un’ardita quadratura prospettica.

In calce al volume, prima dell’indice finale delle cose notevoli, Danti volle inserire tre pagine dedicate a illustrare due soluzioni di scale a chiocciola, citando nel testo vari esempi di scale di questo tipo dovute ai più famosi architetti, quali Bramante e Michelangelo oltre ovviamente a Vignola.

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