Pompeo e Giacomo Caimo

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Pompeo ed Eusebio Caimo

Basilica di S.Antonio, Monumento funebre

Riuniti sullo stesso frontespizio dell'opera in mostra, le firme di zio e nipote che condivisero studi e ricerche e che compaiono insieme anche nello stesso monumento funebre con lo zio Eusebio in una navata laterale della Basilica del Santo. Esponenti di una nobile famiglia di origini lombarde emigrata in Friuli da Piacenza nel Cinquecento, Pompeo figlio di Giacomo e Chiara del Merlo (Udine 1568 - Tissano, Santa Maria la Longa 1631), fu medico a Udine e poi a Roma per papa Gregorio XV, docente di medicina teorica a Padova dal 1624 al 1630, e letterato.  Suo fratello Eusebio intraprese invece la carriera ecclesiastica e divenne vescovo di Cittanova d'Istria; suo nipote Giacomo, figlio di Marcantonio e Adriana Rinoldi, (Udine 1609- Padova 1679), fu a sua volta docente di diritto sempre presso l'Ateneo patavino e consulente legale molto richiesto anche fuori dai confini della Serenissima.

Giacomo insieme a suo fratello Carlo e allo zio Eusebio, furono esecutori testamentari delle ultime volontà di Pompeo, che lasciava in dono tutti 2500 volumi della sua biblioteca alla Repubblica, esclusi i manoscritti: il dono arricchito da un manoscritto donato da Eusebio e poi passato in Biblioteca Marciana (Marc. Lat.XI 47/4151) venne accolto il 3 settembre 1636 e fu destinato alla "Publica Libraria" di Padova, l'attuale Biblioteca Universitaria; i volumi, che comprendono libri di medicina ma anche di altre  materie, vennero però distribuiti nei magazzini insieme con gli altri secondo un criterio di economicità degli spazi, facendo perdere al fondo la sua fisionomia unitaria. 

A tutt'oggi ne sono stati identificati 115 che recano la nota di possesso di Pompeo Caimo e 5 con la nota di possesso di Giacomo. 

Leggi le voci di Gino Benzoni su Pompeo Caimo e Giacomo Caimo nel Dizionario Biografico degli Italiani


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