Calvo, Antiquae urbis Romae ... 1532

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BUPD-67.b.12

CALVO, Marco Fabio, Antiquae vrbis Romae cum regionibus simulachrum. (Romae : Valerius Doricus Brixiensis impressit, 1532 mense Aprili).


Il Simulachrum frutto del sodalizio con Raffaello morto nel 1520, è stato considerato la traduzione a stampa della pianta di Roma disegnata dal sommo pittore e mai rintracciata, anche se l’impostazione arcaicizzante delle vedute sembra ben lontana dal suo stile e induce forti dubbi in proposito.

Nel 1527 ne fu stampata una prima, rarissima, edizione a cura di Ludovico Vicentino e cinque anni più tardi, riutilizzando le stesse matrici benché danneggiate durante il “sacco”, Valerio Dorico poté rieditare l’opera, che consiste in una serie di 24 tavole xilografiche intagliate -come precisato nel colophon- da Tolomeo Egnazio, con brevi didascalie rappresentanti lo sviluppo urbano di Roma e le quattordici regiones nelle quali Augusto la divise: complemento illustrativo alle Antiquitates urbis di Andrea Fulvio, anch’egli coinvolto nel progetto raffaellesco, uscite in quello stesso anno 1527.

Colpisce in modo particolare la grande pianta che mostra la Roma imperiale con le trentaquattro porte di cui parla Plinio. L'opera venne riedita da Cavalieri nel 1592.

Sul frontespizio sotto gli stemmi dell'Urbe e di Clemente VII papa Medici, il timbro della Biblioteca di epoca sabauda mentre sulla controguardia anteriore compare la collocazione dell'Abbazia di S.Giustina.

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