Lo Scaldarancio
print this pageVa' rotoletto umile a riscaldare il parco cibo ai giovinetti eroi! (da Lo scaldarancio : Canto e pianoforte. Poesia di Giovanni Targioni-Tozzetti)
Appena ci si rese conto che la guerra si sarebbe configurata essenzialmente come guerra di posizione, uno dei tanti problemi da affrontare fu quello di reperire un combustibile rapido e leggero che consentisse ai soldati distanti dai centri di rifornimento di scaldarsi il pasto. Lo scaldarancio era costituito da un disco di carta di giornale pressato imbevuto di paraffina liquida, in numero di tre o quattro riusciva, una volta acceso, a scaldare la gavetta di un soldato.
Lo scaldarancio fu inventato proprio a questo scopo e intorno alla sua produzione si innescò la solidarietà di molti cittadini che, riuniti in associazioni e comitati appositi, si occuparono della fabbricazione di questi piccoli fornelletti. Molto attivo fu il Comitato nazionale per lo Scaldarancio ma nacquero anche molte associazioni benefiche locali che si prodigarono per la raccolta di fondi e per la ricerca di volontari per la produzione dei dischi, dato che la lavorazione era piuttosto semplice. Coinvolti nella fabbricazione furono gli alunnni di molte scuole primarie e secondarie, i mutilati di guerra e i convalescenti degli ospedali. Nel 1916 ne furono inviati al fronte più di 23 milioni.