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Da “Un tempio all’umorismo: La “Casa del Ridere”

Rielaborazione di Milena Ricci

da S. Bulgarelli, C. Stefani, Una risata ci salverà. Modena e la caricatura negli anni della Grande Guerra, Catalogo della mostra, Modena, Museo Civico d’Arte (7 marzo-12 luglio 2015), MIG – Modena Industrie Grafiche, Bologna, 2015

Nei suoi memoriali(1) Angelo Fortunato Formiggini descrive in questo modo la sua “Casa del Ridere”: “una specie di biblioteca e di museo di tutto ciò che è attinente al Ridere (senza limiti di tempo e di geografia)”(2).

Anche al fronte aveva coltivato la filosofia del Riso(3), di cui la più compiuta espressione erano i Classici del ridere: “La collezione che sarà più urgente riprendere quando il ciclone sarà passato è appunto questa. L’Europa nuova che dovrà sorgere dalle rovine della vecchia Europa dovrà essere civile e fraterna; non vi potrà essere fraternità se vi sarà oppressione di un popolo sull’altro, ma nemmeno se non ci sarà comunione di cultura fra i popoli. E converrà soprattutto che i popoli si conoscano nei loro aspetti più simpatici e umani, cioè appunto nella loro peculiare gaiezza e nelle particolari colorazioni che presso ciascuno di essi assume l’amore alla vita: ridere è amore di vita”.

Prima ancora della fondazione, Formiggini preludeva la destinazione allo Stato, consapevole del necessario interessamento delle istituzioni pubbliche al destino della “casa dell’umanità futura”, quella cioè che sarebbe rinata dalle ceneri della follia affratellata nel Riso.

Il primo aprile 1918, sulle pagine del primo numero de L’Italia che scrive (“ICS”)(4) il progetto fu palesato a tutti i lettori e abbonati della rivista, assumendo nel contempo una finalità patriottica.

“Io ho sempre creduto … che il ridere sia il più caratteristico sigillo dell’umanità, un fenomeno pertanto fra i più serii e più nobili che il nostro spirito possa volgersi a studiare. Considero il ridere come un fresco e lieto segno di vita che gli dèi hanno concesso agli uomini e mi pare che il Ridere, in astratto, si personifichi in un dio a cui val la pena di erigere un tempio nel quale raccogliere tutti i documenti e i monumenti della giocondità dei vari popoli del mondo, dei vari climi e delle varie ère storiche. … L’affratellamento umano nel dolore pare che stia dichiarando bancarotta. Perché l’umanità nuova non potrà affratellarsi nella giocondità? Tentiamolo. Il tentativo, se non altro, sarà molto divertente! Se potrò dedicare un sufficiente numero di anni e di energie a questa mia iniziativa, che non nasconde nessun basso fine, e se il pubblico ne comprenderà la portata morale e mi asseconderà con simpatia, spero di poter offrire al mio Paese la più curiosa e la più appetitosa delle collezioni che onorino il globo. Perché se riuscirò a portarla a quel grado di espressione che io vagheggio, essa potrà essere, non solo una inesauribile sorgente di buon umore, ossia di “amor di vita”, ma anche uno specchio storico e psicologico dell’umanità nei suoi vari trapassi e nei suoi più caratteristici atteggiamenti …. Io invito pertanto a chi vuole arruolarsi in questa nuova bella religione a contribuire alla costruzione del tempio col mandarmi tutti quei documenti giocondi di cui possa disporre: giornali, stampe, caricature, strenne, fogli volanti, libri comici, satirici, o comunque esilaranti, statuette, quadri, spartiti musicali, ecc. I contribuenti sono formalmente assicurati che i loro doni non saranno oggetto di commercio, ma che, quando la collezione avrà raggiunto un grado sufficiente di compiutezza, diverranno proprietà dello Stato e di qualche ente pubblico. … Gradirò in modo particolare documenti umoristici e satirici relativi alla Italia in guerra, giornali di trincea, canzoni di soldati ed aneddoti militareschi anche e meglio se si tratta di materiale non stampato, ma còlto dalla viva voce dei combattenti … labile materiale di guerra che potrà avere un piccante sapore ed una singolare vigoria d’espressione per chi nel futuro dovrà ricostruire la psicologia esatta dei nostri valorosi combattenti. La preghiera si rivolge in modo particolare a quanti sono al fronte e li prego di riferirmi in piena libertà anche quei canti e quegli aneddoti e quegli scritti comico satirici che colla disciplina militare facessero a pugni…”(5).

Le adesioni all’iniziativa dell’“ICS” furono numerose: materiali disparatissimi e curiosi concorsero alla formazione di questa collezione “privatissima”, di cui è in parte testimone la rubrica “Doni alla Casa del Ridere”, nella quale era assicurata l’immortalità agli “oblatori”, grazie alla menzione pubblica e all’inserimento in uno “schedario” appositamente creato; anche nel caso di contributi non gratuiti l’editore si impegnava alla corresponsione in libri o denaro del valore degli oggetti e delle opere inviati, a futura memoria.

Non mancò, in questo contesto di estrema apertura, il sostegno del Commissariato della Propaganda, che donò cartoline militari e disegni originali delle vignette del giornale di guerra La Giberna(6), mentre collezionisti e abbonati fornirono rari giornali di trincea e di prigionia.

I giornali di trincea (7) furono stampati a partire dal 1918, e pubblicati con il motto “Anche ridere è guerra”, ricevendo grande diffusione, con lo scopo primario di alimentare l’odio per il nemico, puntando alla diminuzione fisica e morale degli avversari attraverso la loro “burattinizzazione”.

A questo materiale di estrema importanza sotto il profilo della storia dell’informazione (o disinformazione) si aggiunsero le cartoline illustrate(8), in serie o singole, inviate all’“ICS” da personaggi molto vicini alla casa editrice, o acquistate dallo stesso Formiggini presso cartolai e antiquari romani. Furono considerate Curiosità(9), e conservate insieme ai documenti più disparati che Formiggini ricercava assecondando il proprio “furore eroicomico” e che accumulava grazie alle fitte relazioni con tipografi ed illustratori.

La collezione della “Casa del Ridere” si sviluppò quindi in modo spontaneo, sfuggendo ad un piano preordinato, includendo anche manoscritti, canti e inni, raccolte di disegni, xilografie e vignette, fogli volanti e stampe popolari(10), spesso in vernacolo, almanacchi e strenne, che trovarono comunque collocazione accanto ad opere francesi, tedesche, inglesi, a edizioni rare antiche e moderne, e a libri d’artista, di varie epoche e nazionalità.(11)

Così Formiggini descrive la sua “Casa”: “essa è una istituzione privata e la tengo in casa mia e dovrebbe servire per i miei studi sulle letterature umoristiche se avessi tempo di studiare. E’ una raccolta di tutto ciò che è attinente alla storia ed all’arte del ridere. E’ contenuta in una stanza piuttosto grande tutta contornata di scaffali di noce pieni zeppi; ho comperato molto e vi sono molte cose notevoli, molte peregrine, molte rare. La sistemazione non è compiuta per mancanza di tempo. La Casa del ridere non ha nulla a che fare con i Classici del ridere, né con la mia casa editrice. Siccome ho fatto fare un ex libris per la Casa del ridere ed ho avuto il torto di stamparlo in una cartolina, [… ] hanno creduto che Casa del Ridere e Casa editrice fossero la stessa cosa” (12).

L’ex libris in questione fu realizzato da Wohlgemuth, ma non fu mai usato per questo scopo : dai vari schizzi preparatori risulta chiara l’dentificazione della casetta ridente, munita di comignolo/sigaro, con il suo fondatore.

Nel 1921, in uno dei suoi tanti e prematuri testamenti, Formiggini espresse chiaramente la volontà di lasciare in eredità alla Biblioteca Estense la “Casa del Ridere”, compresi gli scaffali.

Il 23 febbraio 1939 la “Biblioteca della Casa del Ridere” fu registrata ufficialmente all’Estense: un patrimonio di 2290 monografie, 38 cassette di miscellanee e 194 periodici, che andavano ad aggiungersi alla raccolta dei primi numeri di tutti i periodici usciti durante la guerra, donati nel 1926 all’Estense, agli oltre 1000 volumi della “Biblioteca dell’ICS” e ai 198 libri dedicati.(13)

Successivamente Emilia Santamaria inviò altro materiale eterogeneo, ad integrazione delle raccolte.



(1) Angelo Fortunato Formiggini, Venticinque anni dopo. 31 maggio 1908-31 maggio 1933, Roma, A. F. Formiggini editore, 1933; Idem, Trent’anni dopo. Storia di una casa editrice, Roma, Edizioni Formiggini, 1951. v. anche la ristampa a cura di Ricardo Franco Levi: Angelo Fortunato Formiggini. Trent’anni dopo. Storia della mia casa editrice, Modena, Ricardo Franco Levi editore, 1977.

(2) La prima sede romana della casa editrice fu effettivamente sul Campidoglio, ma successivamente qui rimasero solo la casa privata e lo studio personale di Formiggini. Gli uffici furono trasferiti in Viale Doria, dove fu installata anche la Biblioteca Circolante dell’Italia che scrive.

(3) Angelo Fortunato Formiggini, Trent’anni dopo. Storia della mia casa editrice, Modena, Ricardo Franco Levi editore, 1977, capitolo Tempo di guerra, p. 29.

(4) Cfr. Angelo Fortunato Formiggini, Trent’anni dopo. Storia della mia casa editrice, Modena, Ricardo Franco Levi editore, 1977, capitolo “L’Italia che scrive”, pp. 39-59. v. anche Ernesto Milano, Angelo Fortunato Formiggini, Rimini, Luisè, 1987, pp. 61-68; Gianfranco Tortorelli, “L’Italia che scrive” 1918-1938. L’editoria nell’esperienza di A. F. Formiggini, Milano, Franco Angeli, 1996.

(5) Cfr. BEUMo, Archivio Editoriale Formiggini. Sezione Grafica, cartella 3, fasc. 17. “Fogli sciolti relativi alla prima guerra mondiale”.

(6) BEUMo, Archivio Editoriale Formiggini. Sezione Grafica, cartella 4, fasc. 21. “La Giberna”. 1918

(7) Per approfondimenti v. Anna Rosa Po, La propaganda nella prima guerra mondiale. I giornali di trincea nella raccolta Formiggini, in “Memorie scientifiche, giuridiche, letterarie dell’Accademia di Scienze Lettere e Arti di Modena”, serie VIII, v. XVII, fasc. I (2014), Modena, Artestampa, 2014, pp. 259-274, con elenco dei giornali.

(8) Milena Ricci, “Ridere del nemico è piacevolissimo”. Le cartoline di guerra della collezione Formiggini, in “Memorie scientifiche, giuridiche, letterarie dell’Accademia di Scienze Lettere e Arti di Modena”, serie VIII, v. XVII, fasc. I (2014), Modena, Artestampa, 2014, pp. 275-292.

(9) Luigi Amorth, Curiosità, in in A. F. Formiggini editore (1878-1938). Catalogo della Mostra. Modena Biblioteca Estense, 7 febbraio-31 marzo 1980, Modena, Mucchi, 1980, pp. 97-99; Ernesto Milano, Angelo Fortunato Formiggini, Rimini, Luisè editore, 1987, p. 123.

(10) Cfr. BEUMo, SC. Cat. 100.2.3, Archivio Editoriale Formiggini. Sezione Grafica, cartella 2a, fasc. 9, “Casa del Ridere”; SC. Cat. 100.5, Appendice alla Casa del Ridere. Miscellanea Formiggini, busta “Miscellanea”, fasc. 1.

(11) Cfr. Elena Manzini, La “Casa del ridere”, in A. F. Formiggini editore (1878-1938). Catalogo della Mostra. Modena Biblioteca Estense, 7 febbraio-31 marzo 1980, Modena, Mucchi, 1980, pp. 82-89.

(12) BEUMo, Archivio Editoriale Formiggini, busta “Garsia, Augusto”. Lettera (minuta dattiloscritta) di Angelo Fortunato Formiggini, Roma 7 febbraio 1928.

(13) Durante il periodo di forzata chiusura della Biblioteca Estense Universitaria, in conseguenza degli eventi sismici del maggio-giugno 2012, è stata realizzata una rischedatura analitica di tutte le raccolte formigginiane, compresi gli opuscoli delle miscellanee e i numeri unici dei periodici di guerra, con accesso on line dal catalogo Opac del Polo modenese. Alla schedatura archivistica degli Archivi famigliare ed editoriale http://bibliotecaestense.beniculturali.it/info/progetti/2010aff.html si è aggiunta la inedita descrizione dell’Archivio delle recensioni delle edizioni Formiggini, a cura di Lorena Cerasi (BEUMo, SC. Cat. 100.4, prossimamente accessibile on line). Cfr. Elisa Pederzoli, L’Archivio delle recensioni Formiggini, in “QE Quaderni estensi. Rivista on line degli istituti culturali estensi”, n. 4 (2012), pp. 293-294 http://www.quaderniestensi.beniculturali.it/QE4/28_QE4_lavori_pederzoli.pdf