Lo scoppio della guerra

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Gli anni immediatamente precedenti al primo conflitto mondiale furono caratterizzati da una relativa stabilità e da una generale fiducia nel progresso armonico del genere umano. L’Esposizione Universale di Parigi del 1900 aveva celebrato la vittoria della Civiltà sull’Oscurantismo, e il nuovo secolo – almeno a parole – s’era aperto col sogno Belle Époque di un’Europa industriosa e pacifica. La degenerazione dei rapporti internazionali iniziò  nel 1914: il mondo intero fu letteralmente sconvolto, in proporzioni fino a quel momento inimmaginabili.

Sono molte le ragioni per cui la “Grande Guerra” si differenziò nettamente da tutte le precedenti. Per la prima volta furono coinvolte in un conflitto, nato nel cuore dell'Europa, anche potenze extra-europee ed emergenti, come il Giappone e gli Stati Uniti. Da parte di tutte le nazioni coinvolte venne effettuato uno spiegamento di forze senza precedenti, mentre la scienza – da strumento del progresso – consentì il dispiegarsi di nuovi e devastanti strumenti bellici: aerei, carri armati, mitragliatrici, sottomarini e armi chimiche. Ma il motivo principale che differenziò la Prima Guerra Mondiale da tutti gli altri conflitti del passato fu il suo impatto totalizzante: mentre la guerra monopolizzava interamente l’economia, l’amministrazione e l’attività politica degli stati belligeranti, essa investì anche ogni aspetto della vita quotidiana dei cittadini. Accanto ai soldati al fronte, anche la popolazione civile si sentiva – e doveva sentirsi – in guerra. Era necessario pertanto irreggimentarla con mirate campagne di propaganda.

Le cause del conflitto sono da ricercarsi, da una parte, nella crisi dei rapporti internazionali europei, e, dall’altra, nella rapida e significativa ascesa della Germania a potenza navale, con conseguenti ripercussioni sugli equilibri coloniale. Fondamentali anche i movimenti nazionalisti e irredentisti, specie in alcune zone strategiche dell’Europa: Balcani, Alsazia, Lorena, Trentino e Trieste. Il pretesto fu dato dall’attentato a Sarajevo, ai danni dell’erede al trono austriaco Francesco Ferdinando, da parte di un indipendentista slavo. L’Austria mandò immediatamente un ultimatum alla Serbia che, rifiutandosi di scendere a patti, emise la dichiarazione di guerra il 28 luglio 1914.

Il sistema delle alleanze fu presto stabilito. Da una parte si schierarono l’Austria e la Germania, dall’altra l’Inghilterra, la Francia e la Russia, mobilitate in difesa della Serbia.

Dopo l’invasione tedesca della Francia, mentre la tradizionale neutralità del Belgio veniva violata dal passaggio delle truppe del Kaiser, l’Inghilterra scese in campo al fianco delle truppe francesi.

Era intenzione della Germania portare avanti una “guerra di movimento”, rapida e veloce, ma il tentativo, come è noto, fallì: il conflitto si rivelò lungo ed estenuante, in quel che fu definita una “Guerra di Trincea”.

Allo scoppio della guerra, l’Italia dichiarò in un primo momento la propria neutralità. Questo stadio durò dieci mesi. In questo periodo si fronteggiarono due fazioni: i neutralisti e gli interventisti, che propugnavano l’ingresso in guerra contro gli Imperi Centrali.

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